Italian as a second language: Il dress code degli alunni. Attività di Comprensione scritta di italiano per stranieri da usare come Lezione di approfondimento.
Italian as a second language: Il dress code degli alunni
Comprensione scritta – Livello B1
Il dress code degli alunni
Prima di leggere (a piccoli gruppi).
Come ti vesti per andare a scuola o alla lezione di italiano? Ci sono vestiti nel tuo armadio che non usi per andare a scuola? Perché?
Leggi l’articolo e abbina i titoli ai paragrafi
Milano. Scuola, come si devono vestire gli studenti. I presidi: «No ai cappellini e ai jeans strappati»,
«Abiti indecenti», i diktat dei dirigenti scolastici imbrigliano la moda. Istituto germanico, un pool ha stretto le regole.
a. Non tutti i presidi la pensano allo stesso modo.
b. I regolamenti delle scuole non bastano: le famiglie dovrebbero affiancare i presidi.
c. Regole condivise con genitori e studenti
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«Nella tua scuola ci sono regole sull’abbigliamento?», chiede una madre al figlio che frequenta la seconda liceo. «No, per fortuna siamo liberi». Liberi di indossare i calzoni corti o i sandali, ad esempio. Ma non è sempre così. Anzi: appena le temperature si alzano, moltissimi istituti diramano severe circolari nelle quali, nonostante le aule diventino spesso fornaci, si invitano gli studenti a rispettare un «dress code decoroso e adeguato». Quindi: no ai bermuda, alle gonne corte, alle
magliette aderenti o che lasciano scoperto l’ombelico, alle scollature. Al Gentileschi si sono dovuti «vietare» anche i cappellini da rapper in classe: «Il regolamento d’istituto è chiaro, ma è molto difficile farlo rispettare. Ci si chiede perché i genitori non intervengano, quando vedono i figli uscire così di casa — dice sbigottito il preside, Lorenzo Alviggi —. L’altro giorno una ragazzina si è presentata con i pantaloni veramente troppo stracciati, lo so che è la moda, ma non siamo in
un’arena da concerto. Abbiamo chiesto al padre di portarle un paio di calzoni decenti». - ______________________________________________________________
Si infervora anche la preside del Feltrinelli, Rita Donadei: «La scuola non è una spiaggia! No a sandali-ciabatta e alle infradito». E al Donatelli Pascal: «Li rimandiamo indietro tutte le volte che si presentano con minigonne cortissime o shorts, e mi sembra il minimo — alza gli occhi al cielo la preside Carmela De Vita —. La regola vale per me che sono preside, e per tutto il personale». Alla scuola germanica di via Legnano la preside ha fatto arrivare il disegno stilizzato di una ragazza che
indica ad esempio la lunghezza minima di calzoni e gonna, con alcuni commenti, tra cui: «I leggins vanno bene, ma non troppo “trasparenti”». E si spiega: «Si sono verificati ripetutamente casi di allievi con un abbigliamento inadeguato, anche se avevamo già chiesto linee di condotta improntate alla decenza. Un gruppo di lavoro formato da studenti, genitori e insegnanti ha definito l’abbigliamento adatto e le opportune limitazioni — si legge —. È compito della scuola educare e aiutare i genitori anche sul problema dell’abbigliamento». Ai trasgressori» sarà consegnata una maglietta decorosa.
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In alcuni casi i ragazzi esagerano, è vero. «Ma una certa tolleranza con il caldo, ad esempio per i calzoni corti, noi la concediamo», ribatte Andrea Di Mario, del Carducci. Morbido anche Domenico Squillace, preside del Volta: «Allora sarebbe meglio una divisa, piuttosto. Regole così minuziose denotano possibili lacune educative a monte». Ancora più netto Massimo Barrella, alla guida dell’istituto Cadorna e della media Ricci: «Se si parla di dress code, bisognerebbe piuttosto
incoraggiare i ragazzi a non essere brutte copie di alcuni rapper che si vestono di marchi di lusso dalla punta dell’alluce al ciuffo nei capelli, tutti uguali. Che ogni studente tiri fuori un po’ di personalità», sprona Barrella. E Neva Cellerino, del Lagrange: «Alla richiesta del collegio docenti di pubblicare sanzioni per abbigliamento non consono, ho provocatoriamente risposto che non mi sono mai permessa di fare commenti sullo stile dei docenti ma che, se avessimo pubblicato un
regolamento, anche loro avrebbero dovuto adeguarsi. La richiesta è immediatamente rientrata».
Adattato da www.corriere.it, di Elisabetta Andreis
Leggi di nuovo il testo e abbina i nomi dei presidi (in grassetto nel testo) alle loro opinioni.
Soluzioni e Istruzioni per l’insegnante
Attività di comprensione di un articolo di giornale sul tema dell’abbigliamento degli studenti a scuola. Al termine di questa attività è possibile presentare l’attività di revisione dell’imperativo (TU e VOI) “Il regolamento della classe di italiano” disponibile sempre su questo portale.
Esercizio 1
Prima di far leggere il testo, proponete un confronto sul tema a piccoli gruppi per motivare gli studenti alla lettura.
Esercizio 2
1 B ; 2 C ; 3 A
Esercizio 3
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