Io canto

Io canto italiano. Insegnare italiano attraverso l’opera. Corso di italiano per stranieri per cantanti d’opera con Ebook e PDF.

Io canto italiano. Insegnare italiano attraverso l’opera.


Lorenzo Da Ponte, celeberrimo librettista mozartiano, lanciava questo accorato appello alla fine delle sue Memorie ponendosi come difensore ultimo della cultura e delle lettere italiane nel “nuovo mondo”. Con suo sommo rammarico infatti le grandi opere del genio salisburghese erano state rappresentate oltreoceano senza mai nemmeno nominare il nome
del librettista. Oltre che ad essere un’onta personale per il poeta veneto, questo era anche un affronto alla grande letteratura italiana di cui egli si riteneva un continuatore.

Non è dato sapere se fu questa la ragione scatenante dei lavori che avrebbe poi svolto nel suo soggiorno americano come professore di italiano al Columbia College di New York prima e di libraio poi, ma sicuramente Lorenzo Da Ponte risulta ancora oggi una figura emblematica per
l’importanza che ebbe nell’insegnamento e nella diffusione dell’italiano come lingua seconda/straniera.

Allora l’insegnamento della lingua nazionale avveniva tramite i testi letterari dei classici, in quanto “l’italiano” era ancora una lingua soltanto scritta e lo si imparava per poter accedere a tutto quel patrimonio letterario che andava da Dante fino a Goldoni, patrimonio appunto prevalentemente scritto e per lo più uniforme linguisticamente. Non vi era ancora quello scarto evidente tra parlato e scritto; l’italiano vero era solo uno: quello scritto.


Oggi la situazione è profondamente mutata. L’italiano è una lingua parlata e diffusa su tutto il territorio nazionale e oltre, ma subisce costantemente profonde modifiche proprio per il fatto di essere una lingua viva e vitale.

La domanda che quindi ci si potrebbe porre è quale aiuto possa portare oggi proporre testi letterari per insegnare italiano come lingua di comunicazione. In genere infatti si tende a proporre i testi letterari soltanto a studenti di livelli intermedi o avanzati, perché si pensa che fino a quel momento non si possiedano le competenze linguistiche necessarie per comprendere “anche le raffinatezze e gli scarti.

In effetti il suo linguaggio poetico è innestato nel grande filone letterario dell’epoca, intrattenendo rapporti con Giovanni Battista Casti e Goldoni, intrattenendo addirittura virtuali rapporti con Metastasio: “nel tessuto del discorso dapontiano l’aulico s’intreccia con il corrente, in cui la lingua è strumento duttile della descrizione di ambienti e caratteri quanto mai idoneo per la sua flessibilità all’unione con la musica.

Rispetto a Goldoni e a casti, Da Ponte conserva, attenuandoli alcuni aspetti comici come il plurilinguismo, il lessico basso ed espressivo, il gusto per i giochi verbali, l’accoglimento di fenomeni tipici dell’oralità, ma di contro accentua la componente letteraria e la dipendenza dal codice poetico tradizionale nel lessico e nella fono morfologia”

Ha senso proporre testi teatrali, poesie, favole o canzoni in una realtà come la nostra, che tende più all’apparenza che al contenuto? E soprattutto quali tipi di testi riuscire a proporre in una cultura che diventa sempre più frenetica, vaga e generica e che tende a trovare stimoli in altri tipi di intrattenimento?

Questi sono i quesiti principali che mi sono trovato ad affrontare durante il modulo professionalizzante di Didattica dei testi letterari seguito alla fine di questo master. E la risposta, in realtà, è sempre stata dentro il testo stesso, nella parola scritta, nella parola poetica o nella parola musicale.


La parola stessa testo (textus) indica un tessuto di fili intrecciati. Questi fili sono la ricchezza del testo, del racconto. Sicuramente gli elementi della realtà che viene descritta dall’autore, gli argomenti, i sentimenti, le passioni saranno alcuni degli elementi che andranno mostrati e presentati alla classe. Inoltre vi saranno i pensieri personali dell’autore che andranno spiegati e vi saranno le emozioni che vengono suscitate ogni qualvolta questi fili verranno soltanto sfiorati.

Tutto questo, ci aiuterà a vedere e a comprendere la realtà in una maniera
diversa, anche se di poco, ma ci arricchirà e diventerà parte di noi; il testo letterario è quindi
“oltre che una fonte di conoscenze, anche il luogo di una attività, di un rapporto, di un coinvolgimento sia emotivo che intellettuale”.


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