Primi passi: Insegnare la grammatica. Come insegnare la grammatica in una classe di italiano per stranieri
Primi passi: Insegnare la grammatica
Primi passi: Insegnare la grammatica
Insegna quello che serve in questo momento
È la prima regola da tenere sempre a mente (la lista completa è nell’ultima pagina).
Fatti ogni volta la domanda: Cosa serve ai miei studenti oggi? Ad esempio:
- quelli di livello elementare parlano appena: a cosa gli servono tutte le
eccezioni nella formazione del plurale? - quelli dell’intermedio possono dire: “Se ieri c’era il sole, facevo una passeggiata” , invece di “Se ieri ci fosse stato …”. Perché no?
Quindi pensaci bene. Non appesantirti portandoti dietro i tomi di linguistica dell’università.
Come la insegno?
Questo è il punto cruciale.
Ci sono molti modi per insegnare grammatica. Tutti hanno un loro perché e un’occasione in cui funzionano.
È difficile dare consigli pratici validi per tutti, perché le variabili sono tante:
- Gli studenti hanno esigenze molto diverse a riguardo: la grammatica è uno strazio, una necessità imprescindibile, una curiosità, una cosa che c’è ma non si vede.
- Gli insegnanti hanno stili e punti di vista diversi.
- Ogni argomento ha degli approcci speciali e dei trucchetti.
- Molto dipende dai materiali che hai e in particolare dal libro che userai nel corso, se ne hai uno.
Le cose da ricordare
Ci sono comunque alcuni consigli utili, in linea generale, per chi
sta cominciando a insegnare.
- Insegna quello che serve in questo momento.
– Cosa serve ai miei studenti oggi?
– Queste forme gli saranno davvero utili?
– Proprio tutte? Anche le eccezioni?
– In quali situazioni gli saranno utili?
– Saranno in grado di capire questo fenomeno? Conoscono qualcosa di simile?
– Come potrebbero usarlo quando sono in classe? Potrebbero usarlo spesso o no?
– E fuori dalla classe, gli servirà?
– Senza questa forma potranno cavarsela? Con cosa possono sostituirla? - Semplifica.
Mantieni semplici al massimo le tue spiegazioni, il modo in cui parli, gli schemi alla lavagna, gli esercizi.
Le cose per loro sono già abbastanza oscure, senza bisogno che gliele complichiamo noi.
Spesso è il “manuale” che detta la progressione e decide cosa studiare e quando. A volte è difficile staccarsene e fare deviazioni – soprattutto se il libro è incentrato sulla grammatica e ha una base “strutturale”.
Prova a guardare l’indice: Unità 1: verbo essere, avere, chiamarsi, morfologia del nome. Unità 2: il presente dei verbi regolari. Unità 6: il passato prossimo. Unità 11: i pronomi diretti.
Il tuo libro è più o meno così? - Non smettete mai di osservare la grammatica in contesto.
Molte unità didattiche cominciano con un testo che contiene la grammatica da presentare ( unità sull’imperativo = dialogo con l’imperativo).
Ma ricordati: questi “esempi in contesto” devono essere variegati e frequenti nel tempo .
Anche se avete finito “l’unità sull’imperativo” e avete fatto il test, mettigli continuamente sotto il naso dialoghi/letture/video che presentino imperativi usati in contesto. Più ne vedono, più l’uso sarà chiaro, la forma sarà ricordata e la produzione spontanea sarà anticipata. - L’acquisizione ha bisogno di tempo, come la digestione.
Per esempio.
Voi oggi vedrete in classe “il congiuntivo presente”.
I tuoi studenti non ne avevano mai visto uno, o non ci avevano fatto caso?
Bene. Non aspettarti che da domani comincino a usare il congiuntivo!
Ci vorrà del tempo. Non solo pratica, stimoli, esercizi, ma proprio tempo che passa.
È una questione fisiologica, come la digestione. - Se l’argomento di grammatica è difficile, passa attraverso lo scritto.
Non intendo gli esercizi scritti di grammatica (frasi da completare, forme da scegliere, verbi da coniugare).
Parlo della produzione scritta: gli studenti scrivono un testo in italiano – motivante e legato al tema delle lezioni – cercando di usare forme grammaticali difficili per loro.
Quando si scrive c’è il tempo di ragionare, valutare, scegliere con cura. Se vuoi che i tuoi studenti ragionino sulla grammatica, valutino quali forme usare e scelgano con cura le strutture: passa dallo scritto!
Vedrai che i risultati arriveranno anche nel parlato
- Limita la correzione degli errori grammaticali.
Correggi :
– gli errori che disturbano la comunicazione su cui vi concentrate
(Cameriere, voglio un piatto pulito – Cameriere, vorrei un piatto pulito)
– gli errori ricorrenti (Prefero il vino rosso – Preferisco il vino rosso) perché bloccano il progresso.
In linea di massima, non correggere:
– gli errori fatti perché “non conoscono ancora questa grammatica” (“Mentre ho guardato il film, è arrivato Andrea” => lo studente non conosce ancora l’imperfetto Mentre guardavo il film)
– gli errori fatti una tantum. - Non preoccuparti troppo della terminologia, soprattutto ai livelli bassi.
Lo studente non sa etichettare “bene” come avverbio, e “buono”
come aggettivo. Ok. L’importante è che non dica: “Come va? Buono
grazie, e tu?” o “Io sono un bene studente”.
Lo studente non sa associare i termini congiuntivo imperfetto e
congiuntivo trapassato alle forme andassero e fossimo andati.
Però li sa usare quando parla. Compimenti!
Bravo lo studente e bravo l’insegnante.
Ricorda: alcune persone non conoscono la terminologia grammaticale nemmeno nella propria lingua. - Preparati con cura per la presentazione della grammatica, almeno le prime volte.
– quali saranno i passaggi, che tu segua il libro o meno
– cosa scrivere alla lavagna e come (schema, tabella, elenco, figure). Si presume che gli studenti copieranno sul quaderno quello che c’è alla lavagna. Sarà il loro punto di riferimento per la pratica,
i compiti a casa, le lezioni future. Perciò, se sulla lavagna regna il caos…
– quale sarà il ruolo degli studenti (dovranno parlare? rispondere a domande? lavorare da soli, in coppia? scrivere qualcosa? )
– escogita una serie di buoni esempi per spiegare il fenomeno grammaticale. Non bastano mai!
-prevedi eventuali domande e curiosità degli studenti (non vogliamo momenti di panico, vero?) - La grammatica può essere divertente!
Nella tradizione didattica italiana, la grammatica è un po’ un elenco infinito e complicato di forme da imparare. Per di più, passa per noiosissima. Entrambe queste qualità vanno ribaltate!
“L’elenco di forme da imparare” si può snellire e semplificare molto (vedi punto 1 e 2).
Veniamo al divertimento. Esistono tanti modi per praticare la grammatica, oltre ai soliti esercizi da completare . Per il momento i compiti più classici continuano a prevalere, mentre le attività divertenti
Ma allora, per dirne una: come spiego la differenza tra “bene” e “buono” senza usare le parole “avverbo” e “aggettivo”?
Con uno schema semplice e tanti
esempi. Guarda: ESSERE + buono
Il papà è buono. La pizza è buona. …
VERBO + bene
Parlo bene italiano. Non canto bene. …
per praticare la grammatica non abbondano. Qualcosa in libreria lo troverai, ma in molti casi noi insegnanti dobbiamo ingegnarci.
Con il tempo imparerai anche tu a creare nuovi stimoli per rendere la grammatica davvero piacevole!